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Simon Gautier, e adesso la corsa a scaricare l’app che ti localizza

da | Set 9, 2019 | In evidenza, Notizie | 0 commenti

Oltre 18 mila nuovi utenti al giorno dopo il decesso del turista francese. La chiamata rivela la posizione

di Gianni Santucci

MILANO «E se accadesse a me?», si sono chiesti molti, e anche se non sono escursionisti o camminatori solitari, devono essersi immedesimati nella storia di Simon Gautier, ferito e solo su una scogliera del Cilento, in quella mattina del 9 agosto in cui ha chiesto aiuto ma non ha saputo indicare con precisione dove si trovasse, né i soccorsi sono riusciti a localizzarlo. Ecco, si può supporre che ci sia quell’interrogativo, e quel pensiero d’angoscia, in tutte le persone che in questi giorni hanno scaricato sui propri smartphone l’applicazioneWhere are U. Perché con quell’app non c’è bisogno di sapere e spiegare nulla sul luogo dal quale si chiede aiuto. Latitudine, longitudine e quota vengono trasmessi in automatico alla centrale del 112. Il cadavere di Simon è stato trovato il 18 agosto; quel giorno s’è iniziato a parlare di emergenza e geo-localizzazione, e i download sono stati 1.511: saliti a 12.080 il 19 agosto e a 18.966 il giorno dopo. La tendenza era identica anche ieri, «a fronte di una media giornaliera tra i 600 e gli 800 download», spiega una nota dell’Azienda regionale per l’emergenza-urgenza della Lombardia.

Le aree

Perché Where are U è una creazione, sperimentazione ed eccellenza lombarda, ora diffusa a livello nazionale. Si può già utilizzare per chiamare soccorsi in tutta Italia, ma le sue funzioni (tra cui l’indicazione del luogo) sono efficaci solo dove esiste già il numero unico d’emergenza 112 (Roma, Sicilia occidentale, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano). Se Simon si fosse perso e ferito in Valtellina, e avesse usato l’app, i soccorritori avrebbero saputo in diretta dove si trovava. Funziona così. Sul telefonino compare il logo del 112, si appoggia il dito e al secondo tocco parte la chiamata: «In quel momento — spiega Andrea Pagliosa, del team sistemi informativi di Areu Lombardia — contestualmente vengono trasmesse le informazioni. Se non è disponibile il canale dati, parte un Sms, una funziona pensata proprio per la montagna». Utile però in molti altri casi: una persona sotto choc che non riesce a fare mente locale, un evento in una strada sconosciuta in città, un incidente in autostrada quando non si riesce a dare subito indicazioni su un’uscita nei pressi. Informazioni decisive per risparmiare tempo. Se l’utente compila il form con i suoi dati, in automatico l’operatore, oltre che la posizione, sa già chi sta chiamando. E inserendo la propria lingua madre (una funzione studiata soprattutto per i turisti a Milano all’epoca di Expo) in centrale si attiva anche il collegamento con l’interprete (Areu in Lombardia ne ha a disposizione per una dozzina di lingue).

[Fonte: Corriere.it]

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